Piccola, veloce premessa: il post di oggi è un po’ diverso dal solito. Niente bimbi, niente feste, niente ricette. Ma una riflessione da donna. Quindi pronti, via!
Ultimamente (e per ultimamente intendo forse gli ultimi due anni) ho notato che sempre più spesso mi sono imbattuta in articoli, post, foto ad argomento ciclo… e non parlo delle stagioni! Il ciclo mestruale è diventato sempre meno un tabù culturale: un po’ come il sesso, si ha (nell’altro caso si fa) ma non si dice. O almeno non si diceva.
Del resto, me lo ricordo ancora quando venne anche a me: tredicenne, seduta sul water a casa di amici, piangevo perché non sapevo cosa fare e come comportarmi. Non volevo più uscire dal bagno, fino a quando la mamma della mia amica non capì che c’era qualcosa che “non andava” e mi chiese se avevo bisogno di aiuto. Mi vergognavo a dirle quello che era successo e chiesi di chiamare la mia mamma.
E me li ricordo ancora gli assorbenti, i miei primi: niente ali, alti due dita che fino a due anni prima li avevo usati per fare materassi nei letti delle mie Barbie.
Ero diventata signorina (da noi in Puglia si dice così O_O), lo avevo sentito dire alla mia mamma, che pure mi aveva preparata, mentre parlava al telefono con le mie zie (tre zie femmine, un collegio di esperte di mestruazioni)!
Quando avevo il ciclo, non andavo al mare o in piscina, non facevo sport e a volte nemmeno uscivo, quasi che il ciclo fosse una specie di malattia contagiosa. Secondo mia nonna in quei giorni non potevo nemmeno cucinare o provare a fare un dolce, perché tanto non sarebbe venuto.
Per fortuna crescendo ho capito che ciclo e vergogna non sono affatto correlati e correlabili. Del resto perché mai dovremmo vergognarci di un processo biologico naturale, inevitabile e fondamentale per la riproduzione della razza umana?! Semplice, non dobbiamo!
E così mentre artiste, musiciste e femministe portano alla ribalta l’argomento con gesti (e foto) eclatanti che fanno parlare media e opinione pubblica, la Apple si adegua aggiungendo alla sua App Salute una funzione per monitorare il ciclo mestruale, e nasce la campagna sui social #PeriodsAreNotAnInsult in risposta ad una delle solite battute (in)felici di Donald Trump, io ho imparato a non vergognarmi, ad usare assorbenti sottili con ali e perfino tamponi!!
Con questo spirito voglio condividere con voi la scoperta del lancio del nuovo LINES Seta Ultra in occasione del 25°anniversario. Ebbene si, da fine maggio troviamo in circolazione una versione tutta rivoluzionata dei nostri alleati! Intanto la sorpresa più bella è che il Filtrante Seta è tornato: la tecnologia con fori ad imbuto permette al flusso di essere incanalato verso il cuore assorbente e di restare lì intrappolato lasciando sulla pelle una sensazione di asciutto per tutto il giorno. Ci sono poi nuove ali a forma di farfalla, più lunghe per impedire qualsiasi fuoriuscita laterale; e in ultimo una forma più anatomica che restituisce un comfort assoluto.
La campagna #iononrinuncio è un inno alla femminilità e al femminismo: ancora una volta torno a dire che non ci sono cose da femmina e cose da maschio, anche se questa volta non parlo di giochi e abbigliamento per bambini.
Perché ancora c’è chi pensa che una donna non possa fare la prima mossa con un uomo, che non possa affermarsi nel suo lavoro e fare una carriera felice e appagante se ha dei figli o che debba prestare attenzione alla sua bellezza e forma più che un uomo.
E per finire, non lo dice anche Beyoncé?!
Who runs the world?! Girls!

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